giovedì 10 novembre 2011

Di cosa abbiamo bisogno

Voto o governo tecnico. Da una parte la certezza di far fare a chi l'Italia vuol che faccia, con tre/quattro mesi sicuri di stasi, se non addirittura di baratro, dall'altro la certezza di giungere il più possibile a far tornare i conti, con la relativa sicurezza di un massacro sociale condiviso e bipartisan.
Da una parte riprovare, com'è consuetudine in democrazia, con la politica, che tanto delude, dall'altra provare con una personalità di sicura abilità e fermezza, ma legata ad una realtà, quella economica, che non bada ai rapporti sociali.
Che dire. Quello che è certo è che validi argomenti non mancano ad entrambe le ipotesi. Ma allora mi sorge spontanea una domanda: ci si è forse chiesti di cosa ha bisogno l'Italia? Ha più bisogno di far quadrare i conti, senza se e senza ma, o di ricevere finalmente uno slancio e un'attenzione più marcata al sociale e non solo alle banche? Cosa vogliamo che faccia, questo senza dubbio grande ed eminente economista? Vogliamo che ponga le basi per ridarci una Nazione, o che, non curandosi di lei, ci salvi lo Stato?
Perché ai conti non importa il come: gli basta il che.

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