M'indigno, mi svoglio, mi stanco, mi sdegno.
Perdona, Calliopé, l'atrocità
che ancora suona alle tue orecchie acute,
e che come Rutelli ancor non sa
qual sia la sua attitudine primaria,
ma sa ben donde viene e dove va;
non voglio sian parole asperse all'aria,
non voglio che si librino al suo manto,
non voglio siano di natura varia;
voglio bensì che segnino il mio canto,
con buona pace tua e dell'italiano,
con la speranza di nüocer tanto.
Spiacciati, ignominioso etereo nano,
il mio versificare sì appuntito:
tu sei però soltanto un leviatano
che molti pria di me ha inebetito.
Magari fossi tu soltanto il "male",
magari fossi tu soltanto il mito
da sfatare; la verità è rivale,
e, come un girasole, piega a un lato
che spesso è quello a te più congeniale.
Perciò ho deciso di cambiare prato,
scrivendo per chi ancor vuol ragionare,
senza sciorinare invano il fïato.
Io scriverò in modo singolare
di molte aberrazioni a poco a poco;
ma cedano le vostre di vogare,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.
Perdona, Calliopé, l'atrocità
che ancora suona alle tue orecchie acute,
e che come Rutelli ancor non sa
qual sia la sua attitudine primaria,
ma sa ben donde viene e dove va;
non voglio sian parole asperse all'aria,
non voglio che si librino al suo manto,
non voglio siano di natura varia;
voglio bensì che segnino il mio canto,
con buona pace tua e dell'italiano,
con la speranza di nüocer tanto.
Spiacciati, ignominioso etereo nano,
il mio versificare sì appuntito:
tu sei però soltanto un leviatano
che molti pria di me ha inebetito.
Magari fossi tu soltanto il "male",
magari fossi tu soltanto il mito
da sfatare; la verità è rivale,
e, come un girasole, piega a un lato
che spesso è quello a te più congeniale.
Perciò ho deciso di cambiare prato,
scrivendo per chi ancor vuol ragionare,
senza sciorinare invano il fïato.
Io scriverò in modo singolare
di molte aberrazioni a poco a poco;
ma cedano le vostre di vogare,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.
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