Si sta come
d’inverno
sulla Pontebbana
le troie
Monsieur Giuseppe, la mia stima
vuol esser candida; la mente
desia spaziare ove mai prima.
Ma tu non volermene, cupo
poeta, non irarti oltre,
se il tuo messaggio stupro.
Sappi che la mia irriverenza
è lungi dal voler ristare,
e passa oltre ogni decenza:
parafrasando il gelo
d'un tuo capolavoro,
trova un'icona nitida,
perde d'ogni decoro:
sappi ch’è solo conseguenza
del tuo triste poetare oscuro,
che prima muove affetto puro,
e poscia pura sonnolenza.
Perdona la violenza
che ti reco, perdona
quest’atavico impulso;
ma il gelo del tuo gran dolore
richiede il caldo d’un ilare
gioco, d’un gioco di parole.
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