mercoledì 12 ottobre 2011

Santoni, ubriachi & co. Il lato bello di Trenitalia

Diciamo pure che le previsioni non sono il lato forte di Trenitalia. I ritardi aumentano e diminuiscono vorticosamente nel giro di un paio di minuti, i binari cambiano come le carte a poker, e le interruzioni della linea elettrica vengono portate all'attenzione del viaggiatore nel momento in cui lui stesso se n'è già accorto. Per non parlare di un esecrabile "Trenitalia si scusa per il disagio", percepito unicamente come presa per i fondelli, e il cui unico effetto sortito è quello di spazientire ulteriormente il malcapitato passeggero.
Ma c'è una cosa che non prevede, che è bella proprio per questo, ed è chi ti si siederà accanto. Perché gli appunti eccedono, i libri stufano, i finestrini bloccati urtano, le tendine divelte innervosiscono, ma la curiosità di farti un minimo di fattacci altrui resta. Così, quando davanti ti si piazza un santone indiano con turbante e barba da brahmino, occidentalizzato solo da una camicia e un cellulare, il tuo interesse non può fermarsi di fronte all'inverecondo odore di curry che emana. Ti accorgi così che, quasi come se volesse stare al passo con la tecnologia del tuo portatilino (che nel frattempo assorbe e decifra gli appunti mal redatti delle lezioni mattutine), cerca di contattare tutta la rubrica del suo telefono, finendo il più delle volte per ripetere invano qualche espressione hindi assimilabile ad un "Pronto?"; e che quando ti alzi per scendere lui ti sta tenendo la porta del vagone con il sorriso. Perché lui scende a Casarsa - e te l'ha ripetuto più volte.
E a sedertisi accanto non sono solo in treno, ma anche nelle panche di attesa in stazione. Chiaro, però, che alle nove di sera tanti santoni non girano. Il meglio che ti si offre è così un quarantasettenne ubriaco, per ammissione - perché dall'alito non l'avresti mai detto -, che bestemmia contro il treno in ritardo chiedendoti se arriverà mai, e mettendosi a ridere alla più seria delle risposte ("Bah, 10 minuti... Ho visto di peggio."), perché gli sembri Crozza. Scopri che abita "a duecento metri, là, sulla sinistra", cosa difficile da dimenticare dato che la ripete ad ogni fine periodo, e che non sei l'unico con cui cerca di approcciarsi: gli passa a tiro un napoletano - che ha chiuso il suo negozio di Pordenone e se ne sta tornando a casa a Conegliano - e comincia a raccontargli di quando, a duecento metri lì sulla sinistra, noleggiava macchine a 25€ all'ora ai militari del sud come lui ("Ma veramente io non sono un militare..."), per poi dirgli di come tutto è finito, più o meno così...
UBRIACO: Lavoravo e facevo soldi. Poi dichiarazione dei redditi imprecisa e pam!, 50.000€ di multa! ovinato.
NAPOLETANO: In che senso "imprecisa"? Ma lei dichiarava?
UBRIACO: Ma no, che discorsi!, solo il 10%... Una mattina, tac!, la finanza a casa. Qua, a duecento metri sulla sinistra. E io in pigiama che vado ad aprirgli. Sono rovinato...
Andava al Casinò di Venezia, e la volta precedente gli spazzini l'avevano svegliato alle cinque del mattino sulle panchine della stazione di Santa Lucia. E sì che abitava a duecento metri, lì, sulla sinistra...

Nessun commento:

Posta un commento